FAQ

COS'E' UN ATTACCO DI PANICO?

 

 

Si definisce un attacco di panico, un episodio acuto di ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un’adeguata organizzazione del pensiero e dell’azione. Può essere caratterizzato da ipersudorazione, pallore, palpitazioni, senso di vertigini, nausea, tremore e dispnea; l’episodio tende ad esaurirsi spontaneamente (indipendentemente dalla corsa al pronto soccorso) lasciando un senso di marcata prostrazione

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COS'E' L'ANSIA?

 

L’ansia di per sé rappresenta un fattore biologico, una condizione di generale attivazione delle risorse fisiche e mentali. Contenuta entro certi limiti produce un effetto di ottimizzazione delle prestazioni, mantenendo un alto livello di attenzione, (come durante un esame); in caso contrario può compromettere l’efficienza funzionale e quindi la quotidianità del soggetto, pregiudicando la capacità lavorativa e affettiva-relazionale. Nel corso della vita circa il 25% della popolazione ne ha sofferto almeno una volta.

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QUAL E' LA DIFFERENZA TRA ANSIA E PANICO?

 

La differenza sostanziale risiede nella tempistica, in quanto il disturbo da attacco di panico (DP), caratterizzo dal verificarsi improvviso di una sensazione angosciosa di pericolo imminente, e della certezza di morire, si verifica in seguito ad un episodio di ansia. Infatti, tali attacchi (DP), ripetendosi, instaurano nel tempo uno stato di ansia anticipatoria, caratterizzata dalla paura che l’attacco si ripeta. Gli episodi di ansia e panico non sono legati a situazioni specifiche né ad uno stimolo definito. In questi casi il trattamento farmacologico precoce, non solo può evitare l’insorgere di altre forme ansiogene, come la fobia in generale e/o l’agorafobia, ma può portare, se associato ad una buona psicoterapia, alla remissione completa del disagio.

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COME POSSO SAPERE SE SONO DEPRESSO/A?

C’è da considerare che momenti infelici e/o sconfortanti, appartengono alla vita di ognuno di noi,come episodi legittimi e comprensibili, dove il soggetto è di solito consapevole di poterle superare da sé. Ma quando non è presente questa consapevolezza o diventa incontrollabile, o ancora lo stato di tristezza permane per giorni e mesi, in assenza di un evento specifico, lo squilibrio depressivo assume caratteristiche psichiatriche importanti. I sintomi riscontrabili possono essere sia di natura fisica come l’insonnia, l’inappetenza, l’emicrania, dolori muscolari, problemi circolatori e cardiaci; sia di natura relazionale come diminuzione del desiderio sessuale, perdita di interesse per la vita,  spesso accompagnato da sensi di colpa, fino a cercare la morte. Persistono la carenza di progettualità, un marcato disinteresse verso se stessi e verso tutto, compreso ciò che in precedenza era ritenuto piacevole, anche nel semplice quotidiano, il tutto accompagnato da una riduzione dell’autostima e dalla necessità di appagare un bisogno di autopunizione. 

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